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Correlazioni in Medicina



Rischio cardiovascolare associato all'uso di Ibrutinib nella leucemia linfatica cronica


Ibrutinib ( Imbruvica ) riduce la mortalità nella leucemia linfatica cronica ( CLL ). Aumenta il rischio di fibrillazione atriale e il sanguinamento e ci sono preoccupazioni per l'insufficienza cardiaca e gli eventi ischemici a livello del sistema nervoso centrale.
L'entità di questi rischi rimane scarsamente quantificata.

Utilizzando database amministrativi collegati, è stato condotto uno studio di coorte basato sulla popolazione di pazienti dell'Ontario ( Canada ) che sono stati trattati per leucemia linfatica cronica diagnosticata tra il 2007 e il 2019.
Sono stati abbinati i pazienti trattati con Ibrutinib con i controlli trattati con chemioterapia ma non esposti a Ibrutinib nella pregressa fibrillazione atriale, con età maggiore o uguale a 66 anni, esposizione ad anticoagulanti e propensione a ricevere Ibrutinib.

Gli esiti dello studio erano il ricorso all'assistenza sanitaria correlata alla fibrillazione atriale, il sanguinamento diagnosticato in ospedale, le nuove diagnosi di scompenso cardiaco e i ricoveri per ictus e infarto miocardico acuto.

Sono state abbinate 778 coppie di pazienti trattati con Ibrutinib e non-esposti con leucemia linfatica cronica ( n= 1.556 ).

L'incidenza a 3 anni di contatti sanitari correlati alla fibrillazione atriale è stata del 22.7% nei pazienti trattati con Ibrutinib e dell'11.7% nei controlli.
Il rischio a 3 anni di sanguinamento diagnosticato in ospedale è stato dell'8.8% nei pazienti trattati con Ibrutinib e del 3.1% nei controlli.

I pazienti trattati con Ibrutinib hanno avuto maggiore probabilità di iniziare la terapia anticoagulante dopo la data indice.

Dopo l'aggiustamento per l'anticoagulazione come covariata variabile nel tempo, Ibrutinib è rimasto associato positivamente al sanguinamento ( hazard ratio, HR=2.58 ).

Il rischio a 3 anni di scompenso casdiaco è stato del 7.7% nei pazienti trattati con Ibrutinib e 3.6% nei controlli. Non c'è stata alcuna differenza significativa nel rischio di ictus ischemico o infarto miocardico acuto.

Ibrutinib è associato a un rischio più elevato di fibrillazione atriale, sanguinamento e insufficienza cardiaca, ma non infarto miocardico acuto o ictus. ( Xagena2021 )

Abdel-Qadir H et al, J Clin Oncol 2021; 39: 3453-3462

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